Alcuni borghi dell’alto Lazio
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di
Luisa e Pietro Sergi
Ogni regione d’Italia ha piccoli antichi borghi, preziosi
per la loro storia e la silente bellezza e questa volta abbiamo deciso di
scoprirne alcuni nell’Alto Lazio, in provincia di Viterbo. Il nostro itinerario
non è proprio lineare, perché è modificato via via,
secondo le difficoltà che incontriamo con la carrozzina e questo modo di
procedere è per noi ormai una consuetudine che non ci crea alcun disturbo.
Partiamo da Prato intorno alle 8 in
una splendida mattina di sole. Raggiungiamo Calenzano dove
prendiamo l’A1 direzione Roma; il traffico è intenso ma scorrevole. In
prossimità di Orvieto (bellissima cittadina che abbiamo visitato più volte)
lasciamo l’autostrada ed arriviamo a Bagnoregio
dove parcheggiamo in Piazzale Battaglini. Dalla piazza è in partenza un bus navetta, lo prendiamo e dopo pochi
minuti scendiamo al capolinea e ci troviamo all’inizio di uno stretto ponte,
lungo circa 300 metri,
ed ecco che lo vediamo: lassù, appollaiato su un colle di tufo a 462 metri s.l.m., c’è il borgo di Civita, “la
città che muore”. Per alcuni minuti restiamo immobili a guardarlo, è
veramente spettacolare. La continua erosione causata da vento, pioggia,
terremoti e da due torrenti che scorrono nelle valli sottostanti, sta
sgretolando questo paese in maniera lenta e inesorabile.
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Civita di Bagnoregio
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Ci avventuriamo lungo l’esile ponte con gli occhi puntati al borgo: sembra sospeso nell’aria. Fa
freddo e tira un forte vento che rende tutto ancora più irreale.
Fatti circa 200 metri
il ponte comincia a salire e, Pietro e Stefano, sono costretti a tornare
indietro, poiché
la salita che si para dinanzi a noi è veramente
ardua. Egidia e Luisa proseguono e accedono nell’abitato dall’unica porta di accesso detta di “Santa Maria”; le altre 4 antiche porte si sono ormai sgretolate. Girando per le
stradine del borgo si ha la sensazione di essere entrati in una favola antica.
In questi giorni una troupe cinematografica italo-inglese
sta girando proprio qui le riprese della favola di “Pinocchio” e non potevano
trovare un posto più reale e bello di questo borgo.
Nella piazza principale si può ammirare la Chiesa
romanica di San Donato dove all’interno è custodito uno
splendido crocefisso in legno della
scuola di Donatello, portato in processione il Venerdì Santo. In questa stessa
piazza, completamente sterrata, due volte l’anno si tiene
“La Tonna”, tipica festa del borgo
durante la quale si svolge la corsa degli asini intorno ad un recinto di forma
circolare. Dai belvedere l’occhio si perde sulla vasta distesa dei calanchi, le caratteristiche formazioni
franose che caratterizzano il territorio circostante: sembra un paesaggio
lunare.
Il bus navetta ci riporta al parcheggio di Bagnoregio dove
pranziamo. Alle 15:30 Pietro ed Egidia tornano a Civita in
quanto riteniamo che Pietro debba vedere in tutti i modi questo borgo
così particolare e stupendo.
Appena fatta colazione partiamo per
Vitorchiano.
C’è un bel sole ed i colori accesi dell’autunno brillano
sulla campagna circostante. Lasciamo il camper in Piazzale Umberto I, fuori le
mura merlate, magnificamente conservate. Il borgo è situato su un banco di tufo
con case alte e strette e scale esterne in bilico sulla roccia. Sulle antiche
porte e finestre si possono vedere i simboli della Lupa romana e la
scritta S.P.Q.R. (acronimo per la frase latina Senatus Popolus Que Romanus, “Il Senato e il
popolo romano”) a dimostrazione della fedeltà di questa cittadina della Tuscia a Roma. Percorrendo strette vie raggiungiamo la
piccola piazza dove si trova il Palazzo Comunale, la Casa
del Podestà e una splendida Fontana
a “Fuso”.
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Vitorchiano
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Vitorchiano
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Dopo aver girato a lungo fra le stradine così belle e particolari riprendiamo la nostra “Giuditta” e ci dirigiamo
verso Soriano nel Cimino.
Il borgo è arroccato su un colle, dominato da un maestoso
castello. Parcheggiamo di fronte alla Pro-Loco e raggiungiamo la piazza
principale gremita dalle bancarelle del mercato settimanale. Guardiamo le vie
che si inerpicano ripide verso il castello e decidiamo
di lasciare questa cittadina veramente impraticabile per noi e raggiungiamo
così l’area di sosta adiacente al “Parco dei Mostri” di Bomarzo, dove pranziamo.
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Soriano nel Cimino
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Bomarzo - “Parco dei
Mostri
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Alle 15 ci spostiamo con il camper
nel parcheggio del parco ed entriamo: ci forniscono un foglio dove c’è una
piantina quasi illeggibile e con delle informazioni così scarse che per quanto
ci riguarda non servono a niente. Il “Parco
dei Mostri”, detto anche “Bosco
Sacro” è veramente originale e fantastico, realizzato nel 1552 da Vicino Orsini nella sua tenuta di Bomarzo. Il
parco, che è aperto “dall’alba al tramonto”, al costo di 9 euro a persona,
ospita gigantesche figure mitologiche e di animali scolpite nella roccia. Si
consiglia la visita magari al mattino, noi avevamo già
visitato due borghi ed eravamo un po’ stanchi, in quanto i viottoli del parco
si snodano con scale e saliscendi. Girare con calma e portandosi da casa
maggiori informazioni riguardo alle figure fantastiche che popolano il parco,
diventa un viaggio in un mondo irreale che può essere veramente unico e
indimenticabile. Passiamo la notte nell’Area Attrezzata vicino al parco.
Anche oggi c’è un sole brillante, non sembra di essere a
novembre; avremmo voluto visitare il borgo medievale di Bomarzo, che sorge su rocce laviche fra i Monti Cimini e la Valle del Tevere, ma dalle notizie
apprese anche da altri camperisti il progetto ci appare difficoltoso. La nostra
meta è pertanto Montefiascone.
Diverse volte siamo venuti qua ad acquistare il famoso
vino bianco “EST! EST!! EST!!!”
ma non abbiamo mai visitato la cittadina.
Arriviamo intorno alle 10:00 e, con molta prudenza date le
dimensioni ridotte del posto, parcheggiamo in Piazza Vittorio Emanuele. Appena
passata l’antica porta troviamo l’Ufficio Informazioni
dove ci consigliano la strada meno ripida per fare un giro turistico.
Montefiascone è situato
in cima al colle più alto dei Monti Volsini a 600 metri s.l.m.. Percorriamo la Via della Rocca e raggiungiamo un
meraviglioso belvedere sul lago di Bolsena ed i Monti Cimini.
La Rocca dei Papi si erge imponente;
la costeggiamo ed entriamo nel parco da dove possiamo ammirare la gigantesca Cupola
della Cattedrale, tra le più grandi
d’Italia. Percorriamo poi la
Via Trento che ci porta direttamente in Piazza S. Margherita
dove è situato il Duomo dedicato
alla Santa. Sotto la chiesa è visitabile una impressionante
cripta dove sono conservati due busti contenenti i crani dei santi Margherita e Flaviano.
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Montefiascone
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Veduta di Bolsena
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Riprendiamo “Giuditta” e ci fermiamo sulla S.P. Umbro-Casentinese dove c’è la Basilica
di San Flaviano,
monumento principale di Montefiascone. La chiesa è su due piani, in stile
romanico. Al primo piano si trova la tomba del prelato Johann De Fugger. Narra la legenda che un
suo servo, il quale aveva il compito di segnalargli i
locali dove c’era del buon vino contrassegnandoli con la scritta “EST” (E’),
arrivato a Montefiascone trovò un vino talmente squisito che lo indicò come
“EST! EST!! EST!!!”. Il
prelato ne bevve tanto da morirne. Al secondo piano c’è il trono del Papa Urbano IV
e l’altare papale.
Raggiungiamo l’area di sosta della Cantina Sociale e dopo
aver pranzato acquistiamo del vino e altre specialità
locali.
Proseguiamo il nostro viaggio fino a Bolsena fermandoci, anche per la notte, nel parcheggio sotto
le mura della parte vecchia della città, in Piazza Caduti di Nassirya. Un po’ di relax ed alle 20 siamo a cena in una trattoria tipica
del centro storico, dove gustiamo abbondanti antipasti e cotolette d’agnello.
Ci svegliamo con un bel sole e, dopo colazione, andiamo a
visitare la cittadina.
La prima sosta è al grande complesso della basilica di S. Cristina. Oltre alla chiesa, di età medievale, visitiamo la nuova Cappella del miracolo (dove sono custodite le
reliquie del miracolo eucaristico del 1263) e la grotta di S.Cristina (dove è conservata la pietra con le
impronte dei suoi piedi). In un’ala della basilica sono visitabili anche le catacombe che risalgono al periodo
delle persecuzioni cristiane; noi le visitammo alcuni anni fa e non ci siamo
tornati in quanto sono veramente impressionanti per
chi soffre di claustrofobia.
Con il camper raggiungiamo la piazza del Castello medievale Monaldeschi che domina Bolsena e da dove si ha una fantastica
vista sul lago. Al suo interno, Egidia e Luisa,
visitano il museo territoriale del lago che raccoglie reperti archeologici
dalla preistoria al periodo romano, tutti rinvenuti nelle zone circostanti di Bolsena. Il museo si sviluppa su tre
piani, tutti accessibili anche ai disabili, in quanto
è dotato di montascale. Dopo pranzo riprendiamo la strada del ritorno a casa...
Ogni volta, questi nostri viaggi alla scoperta di antichi
borghi, oltre che arricchirci emotivamente e stupirci piacevolmente, ci
confermano che il nostro Paese può offrire a tutti, anche nella propria
regione, bellezze antiche di secoli, cariche di storia e di una pace che
meraviglia e rasserena.
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Civita di Bagnoregio “la città che muore”, così
definita da Bonaventura Tecchi,
scrittore e professore universitario che vi nacque nel 1896, conta 860 abitanti
di cui 8 nel borgo, ma da notizie apprese sul posto
pare che siano rimasti in 7. Per visitare Civita esistono diverse possibilità di parcheggio a Bagnoregio che sono consultabili
anche su questo sito e ciò vale anche per tutti gli altri posti che abbiamo
visitato o soltanto “attraversato”. Noi, come detto nel diario, abbiamo sostato
(anche per la notte) in Piazzale Battaglini da dove è
attivo il servizio di bus navetta
per Civita al costo di 1 euro a biglietto
valevole 120 minuti e pagabile all’autista; il piazzale, asfaltato ed in
leggera pendenza, è a pagamento (5 euro al giorno) con WC anche per disabili e
punto informazioni turistiche (Tel. 0761.780914) gestito dal signor Andrea Biscetti che riscuote il parcheggio. Il piccolo bus che
abbiamo preso non era adatto ai disabili in carrozzina (entrata stretta
e con scalini), ma con l’aiuto dell’autista e dello stesso signor Biscetti, veramente gentili e disponibili, siamo riusciti a
far salire e scendere Stefano. Grazie di cuore ad
entrambi.
Ad ogni modo per chi è in carrozzina
(anche se elettronica) è veramente un’impresa ciclopica accedere al borgo.
Info. Comune di Bagnoregio Tel. 0761.780815; www.comune.bagnoregio.vt.it
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Nel
borgo medievale di Vitorchiano
abbiamo parcheggiato proprio vicino all’ingresso del centro storico e può essere
consigliato solo per mezzi compatti e non ingombranti; nelle immediate
vicinanze, comunque, c’è un parcheggio gratuito che appare buono anche per la notte. Il punto sosta
segnalato di Via Manzoni altezza impianti sportivi non era accessibile per
lavori in corso. Recapiti del Comune Tel. 0761.37371; www.comune.vitorchiano.vt.it/
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Di
Soriano nel
Cimino, che secondo noi merita davvero una visita approfondita, non possiamo dire molto visto le
difficoltà riscontrate, per cui si segnala il sito internet del Comune www.comune.sorianonelcimino.vt.it/
www.comune.sorianonelcimino.vt.it/Vivere/IndirizziUtili.asp
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Anche
per Bomarzo,
piccolo borgo della Tuscia, valgono le stesse
considerazioni fatte per Soriano; www.comunebomarzo.it/.
Per la sosta, come detto nel racconto, abbiamo usufruito dell’Area Attrezzata
del “Parco dei Mostri” (non è illuminata).
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A
Montefiascone
abbiamo notato varie possibilità
di sosta anche per la notte vicino al centro storico; noi siamo stati
“fortunati” a trovare un posticino in Piazza V.Emanuele (evitando così alcune ripide salite), ma è
sconsigliabile a mezzi ingombranti e privi di contrassegno per disabili. La
Rocca è raggiungibile con il camper e si può parcheggiare in Piazza Urbano V.
Si segnala l’Area Attrezzata (con elettricità) presso la Cantina Sociale Via
Cassia 22 (vicino al cimitero) Tel. 0761.826148; www.cittadimontefiascone.it/
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Anche
a Bolsena
esistono varie alternative per la sosta, come si è
appreso anche dalla Polizia Municipale; noi ci siamo fermati in Piazza Caduti
di Nassyria per comodità trovandosi la stessa nelle
immediate vicinanze del centro storico. Esiste il divieto per i camper e caravan con massa complessiva superiore a
2,5 tonnellate ma soltanto per quanto riguarda la parte superiore del
parcheggio (come precisatoci dalla Polizia Municipale) in
quanto sotto ci sono dei locali, forse autorimesse. www.comunebolsena.it/