Antichi borghi nella verde Umbria
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di
Luisa e Pietro Sergi
Siamo andati in Umbria
diverse volte dove abbiamo visitato, oltre Perugia
veramente bellissima e interessante, anche alcune cittadine e paesi più o meno
grandi, ma altrettanto belli ed ogni volta siamo rimasti piacevolmente colpiti
dall’amabilità delle persone, dal cibo appetitoso, dalla sua storia e dai suoi
splendidi paesaggi.
Con questo viaggio intendiamo andare alla scoperta dei
piccoli antichi borghi che popolano la regione e ne abbiamo scelti alcuni che
si trovano inseriti nel club “I Borghi più Belli d’Italia”: Bevagna, Montefalco e Spello.
Partiamo da Prato, dove viviamo, in uno splendido pomeriggio
di sole; imbocchiamo il casello autostradale di Calenzano dell’A1 direzione
Roma con uscita Valdichiana e da qui il raccordo
autostradale SS75 verso Perugia - Foligno Nord, per giungere poi nell’ampia
area di sosta di Bevagna
vicinissima al borgo.
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Area di sosta di Bevagna – Stefano con la sua “Giuditta”
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E’ già tardi per una visita della cittadina, ma non
abbastanza per
raggiungere il centro storico dove in una viuzza laterale alla Piazza Silvestri scopriamo il Ristorante “Ottavius” e
il menù appeso fuori stimola immediatamente il nostro appetito. Il locale è
caratteristico ed accogliente e Stefano è felice di
chiudere la giornata con una bella cena fuori. Iniziamo con un ottimo e
abbondante antipasto “Ottavius” veramente appagante
(vi diciamo solo che non c’erano insaccati) e a seguire un buonissimo piatto di
gnocchi al “sagrantino” e per chiudere un ottimo
dolce della casa.
Le campane ci hanno svegliato presto ed
in breve siamo pronti per la nostra escursione. Attraverso la Porta
Guelfa entriamo
in Bevagna (in epoca romana conosciuta come Mevania) e raggiungiamo il cuore del borgo: la Piazza Silvestri, detta anche la “Piazza dei
ricordi dormienti”. Questa piazza, considerata tra le più belle
d’Italia, è così chiamata per il continuo agitarsi dei poteri che si
fronteggiano con i loro simboli: il Palazzo
dei Consoli, espressione dell’egemonia comunale, contrapposto al potere
ecclesiastico con ben tre Chiese, ma
nella sua bellezza tutto si acquieta.
Il professor Silvano
Piatti, che per tanti anni è stato impegnato politicamente
nell’amministrazione comunale di Bevagna, ci ha
fornito queste informazioni e tante altre con passione e affabilità. Avremmo
voluto ascoltarlo per ore ma dobbiamo salutarlo a malincuore in quanto alle
10:30 ha inizio la visita guidata al Teatro
F. Torti, all’Edificio Termale (di epoca imperiale dove nel “Frigidarium” è possibile ammirare un fantastico
mosaico del II Sec. d.c. con tessere bianche e nere
ispirato al mondo marino) ed al Museo di
Bevagna. Al termine di questa visita, che dura
circa un’ora, andiamo alla scoperta delle “Gaite” dove esperti artigiani, con tecniche e strumenti
medievali, nelle antiche botteghe, dimostrano che il tempo si è fermato.
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Chiesa di San Michele
Arcangelo
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Gaita San Pietro – Cereria
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Nella Gaita San Giovanni c’è la Cartiera dove
viene prodotta la Carta
Bambagina dalla macerazione degli stracci; in Gaita San Giorgio
il Dipintore
fa come un tempo i colori in polvere che legati insieme al tuorlo
dell’uovo, utilizza su tavole preparate con strati di colla animale e gesso per
un dipinto inalterabile.
In Gaita San Pietro troviamo la Cereria dove si
producono candele con pura cera d’api che hanno il colore e l’odore del miele;
in Gaita Santa
Maria il Setificio mostra il ciclo di produzione della seta
dall’allevamento dei bachi sulle foglie di gelso, ai bozzoli, alla torcitura
fino alla tessitura.
Entriamo nell’antica Farmacia
Santi, in Corso Matteotti, per acquistare un collirio ed anche qui abbiamo
prova dell’affabilità delle persone del luogo. La
farmacista, un’anziana signora molto dinamica, ci mostra gli arredi originali
del ‘700, che da generazioni la sua famiglia si tramanda e, portandoci nel retro-farmacia,
ci fa vedere da una finestra aperta nel pavimento un antichissimo tronco
d’albero quasi fossilizzato, scoperto durante l’ultima ristrutturazione e pare
che dalle ultime analisi si tratti di un ulivo.
La gentile dottoressa ci mostra infine orgogliosa il loro Amaro di Bevagna,
realizzato su base di un’antichissima ricetta di famiglia e prodotto da suo
figlio, Pietro Santi, titolare della Farmacia. Naturalmente ne
acquistiamo alcune bottiglie e scopriamo più tardi che è un ottimo aperitivo-tonico-digestivo.
Sono quasi le 13:00, siamo felici per quanto abbiamo visto e
anche affamati. In una via laterale alla Piazza Silvestri scorgiamo l’insegna: “Da
Tagliavento” Gran maestro di
salumeria. Entriamo e rimaniamo a bocca aperta: il soffitto è pieno
d’insaccati appesi,
di tutti i tipi, il profumo stuzzica l’appetito e una croccante porchetta è in
bella mostra sul bancone. Ce ne facciamo tagliare una quantità abbondante,
compriamo panini freschi ed andiamo a gustarci il
tutto sul camper.
Nel primo pomeriggio raggiungiamo Montefalco, che dista da Bevagna circa 6
km. Parcheggiamo vicino alla Torre del Verziere in quanto l’area di
sosta segnalata è in basso e lontana e questo ci costringerebbe ad una ardua e
faticosa salita.
Montefalco è conosciuta nel mondo per il Sagrantino, il
pregiato vino rosso Docg. La coltivazione della vite
in questo territorio risale all’epoca romana. Il tipico vitigno “Sagrantino” è giunto a Montefalco
grazie ai Frati Francescani provenienti dall’Asia Minore. Questo vino
era nato come “dolce” (veniva prodotto esclusivamente
nella versione “passito”) ed attualmente prevale nella versione “secco”.
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Montefalco – Vicolo dei Vasai
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belvedere
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Questo splendido borgo è anche detto
la “Ringhiera
dell’Umbria” :
dai suoi belvedere la vista è stupenda sulle verdi colline ricoperte di ulivi e
vigneti. Tutto intorno si può vedere Perugia, Assisi, Spello, Foligno, Spoleto,
Bevagna ed i rilievi
dell’Appennino, del Subasio e dei monti Martani. Percorrendo il Corso Mameli, tutto in
salita, arriviamo in Piazza del Comune,
ricca di antichi palazzi e residenze signorili. Da lì si diparte in
discesa il “Vicolo dei Vasai” un vero gioiello
fiorito del borgo. Vi invitiamo a percorrerlo tutto
fino in fondo dove vi attende uno splendido belvedere.
Dopo un buon gelato visitiamo la ex Chiesa
di San Francesco, diventata Museo Civico dal 1895. Costruita nel
1300 dai Frati Minori è nota in tutto il
mondo per gli affreschi che narrano la vita di San Francesco di Benozzo Gozzoli, una Natività del
Perugino ed affreschi di scuola Umbra del ‘400.
Torniamo all’area di sosta di Bevagna
per una buona cena ed una bella dormita.
Ci dirigiamo verso Spello
di prima mattina e la cittadina ci appare da lontano come una nuvola rosa
(colore caratteristico della pietra con la quale è stata costruita) adagiata su
una propaggine del Monte Subasio e circondata dall’argento degli ulivi.
L’area di sosta segnalata si rivela scomoda per noi, per cui
troviamo posto nel parcheggio di Via Martin Luther
King (che sconsigliamo agli amici camperisti non muniti di speciale
contrassegno per disabili visto il divieto per camper e autobus). Entriamo
dalla Porta Consolare che è affiancata
da una torre medievale sulla cui
cima svetta un grande ulivo.
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Spello – Porta Consolare
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vicolo “fiorito”
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Lì nei pressi il titolare di un negozio è sulla porta e gli
chiediamo del perché di quel ulivo e lui, con un
grande sorriso, ci spiega che è un segno di pace.
Anche questo borgo è tutto in salita ma è talmente
fantastico che non possiamo fare a meno di girarlo tutto (o quasi). Ad ogni piè sospinto incontriamo vicoli di una bellezza
straordinaria, con balconi pieni di fiori di tutti i colori. Ogni angolo è una
magnifica e magica cartolina. Sempre in salita percorriamo la Via
Giulia passando dall’Arco
d’Augusto.
Spello conserva notevoli testimonianze della sua origine
romana sulla quale si sviluppò poi la città medievale, nella quale si possono
ammirare dei nuclei rionali integri con i tipici e suggestivi
vicoli e stradine. Durante il nostro giro incontriamo persone, sedute
all’esterno delle loro case, intente a sfogliare
fiori di diversi colori. Ci soffermiamo a parlare con loro e c’informano che
stanno preparando il materiale per le Infiorate
del Corpus Domini. Sono circa mille i partecipanti che ogni anno infiorano
le strade della città con quadri e tappeti fatti con i soli petali dei fiori.
Possiamo vedere alcune cartoline che mostrano le manifestazioni degli anni
precedenti e sono veramente bellissime.
Giungiamo fino al punto più alto passando dalla Porta dell’Arce
e da lì si può ammirare una fantastica veduta sulle colline umbre.
Ridiscendiamo lentamente il borgo, è difficile lasciare questo posto che è un
vero incanto.
In Piazza della
Repubblica entriamo nell’enoteca “Veneri”
e dopo aver fatto una cordialissima chiacchierata con il signor Ruggero acquistiamo un ottimo vino, il “Bianco
di Spello” .
Riprendiamo la nostra “Giuditta” e facciamo sosta sul Lago Trasimeno per il pranzo, facendo
già progetti su altri borghi umbri che vogliamo assolutamente vedere.
Non a caso l’Umbria è detta “il cuore verde dell’Italia” poiché
lo è veramente in tutti i sensi. Le sue morbide colline ricoperte di ulivi,
vigneti e coltivazioni ti danno un grande senso di pace e di benessere.
Ogni città, paese o borgo ti affascina con la sua antica
storia, l’arte e l’architettura. La sua tradizione alimentare è fatta di cose
semplici e schiette, di cibi genuini e sapidi. I suoi eccellenti vini, il suo
pregiato olio di altissima qualità, la norcineria (vera e propria arte di
questa regione), la cultura dell’agnello per la produzione del latte, dei formaggi stagionati e gustato poi arrosto o al forno e
del maiale per l’ottimo lardo (filo conduttore della tradizione gastronomica) e
la croccante porchetta. La “torta di pasqua” a base di
formaggio, il tartufo nero, i funghi e i tanti piatti a base di cereali.
La sua tradizione dell’artigianato che va dalla tessitura al
ricamo, dalla terracotta al ferro battuto, alla lavorazione del legno, antichi
mestieri che la maestria e la passione degli artigiani mantengono vivi da
secoli. Ed in ultimo, ma solo in ordine cronologico,
il popolo umbro che con il suo semplice e grande cuore ti fa sentire a casa
sempre, in ogni occasione ed ogni volta. Grazie di esistere bella Umbria,
torneremo ancora ed ancora.
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Bevagna si trova ad un’altitudine di m. 225 s.l.m. con 4.800 abitanti di cui
1.050 nel borgo.
Per informazioni:
Pro Loco IAT Bevagna in Piazza Silvestri 1, tel.
0742.36.16.67
www.comune.bevagna.pg.it
Area attrezzata con servizi igienici e docce (WC
con doccia anche per disabili) in Via Raggiolo in
prossimità di Porta Guelfa.
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Montefalco è a m. 473 s.l.m.
con 5.630 abitanti di cui 1600 nel borgo.
Informazioni
turistiche di Montefalco tel. 0742.37.95.98 (Museo
civico di San Francesco Via Ringhiera Umbra); La Strada del Sagrantino
in Piazza del
Comune Tel. 0742.37.84.90.
Area attrezzata, segnalata, dopo il grande
parcheggio auto e bus; tale area è disagevole per i soggetti su sedia a
rotelle in quanto già da lì si deve affrontare una
ripida e lunga salita prima di arrivare alle porte del borgo. Municipio in
Piazza del Comune tel. 0742.37.86.73; http://www.comunemontefalco.it/
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Spello si trova a m. 280 s.l.m. con 8.593 abitanti di cui non si conosce quanti nel
borgo.
Area attrezzata presso gli impianti sportivi
comunali (lato Nord) sulla vecchia SS75 verso Assisi; non abbiamo visitato tale
punto sosta, ma già dalle notizie apprese anche in rete si è ritenuto che
fosse stata scomoda per noi e per chiunque si trovi nelle nostre stesse
condizioni.
Pro Loco IAT in Piazza Matteotti 3,
tel. 0742.30.10.09; http://www.comune.spello.pg.it/
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Per
gli amici disabili
con impossibilità alla deambulazione autonoma si evidenziano
ulteriormente alcune cose: nel borgo di Bevagna non abbiamo trovato particolari difficoltà a
muoverci con la carrozzina in quanto le stradine
percorse, seppure in ciottoli sampietrino (la Piazza Silvetri
è in pietra serena) sono relativamente in piano ed alcune visite le abbiamo
fatte a “turno” come si fa di solito. Per quanto riguarda Montefalco e Spello, invece, è stato un po’ più
faticoso spingere la sedia a rotelle per queste stradine acciottolate a
saliscendi, ma vi assicuriamo che n’è valsa veramente la pena pur rinunciando
(sempre) a qualcosa e quindi non mollate!!!