di
Luisa e Pietro Sergi
Finalmente si parte e questa volta decidiamo di visitare
alcuni borghi del “ricco” Nord Est, prendendo in considerazione come meta
principale Marostica (VI) di cui abbiamo tanto
sentito parlare e poi altri splendidi luoghi come ad esempio l’indimenticabile
borgo medievale di Montagnana (PD).
Partiamo da Prato, dove viviamo, nel primo pomeriggio;
Stefano è veramente felice e chiacchierone come al
solito quando va in camper e questo ci riempie di gioia. Imbocchiamo il casello
autostradale di Calenzano dell’A1 direzione Nord; il traffico è intenso, ma poi
da Bologna è abbastanza scorrevole fino a Marostica.
Già in lontananza la particolarità delle mura di questa antica cittadina ci sorprende e ci affascina: esse si
dipartono dal Castello inferiore
inerpicandosi sul colle per ricongiungersi al Castello superiore. Arriviamo verso le 18:00 e dopo aver sistemato
il camper ci dirigiamo a piedi verso il centro
storico; attraverso la Porta
Breganze entriamo nel borgo e
poco dopo appare davanti a noi la famosa “Piazza
degli scacchi”. Da secoli ogni due anni, negli anni pari, nel mese di
settembre, viene giocata una partita con scacchi viventi,
vestiti con costumi rinascimentali,
che vengono “mossi” come su una scacchiera. La partita rievoca un’antica
vicenda del 1454 quando due nobili
guerrieri, innamorati entrambi della bella Lionora, figlia di Taddeo Parisio castellano di Marostica,
decisero di sfidarsi a duello per avere la sua mano, ma il padre, non volendo
perdere o inimicarsi alcuno dei due giovani, proibì lo scontro e propose una
partita a scacchi nella piazza del Castello inferiore, con pezzi viventi alla
presenza della nobiltà intera e del popolo tutto. Lionora
sarebbe andata in sposa al vincitore, mentre lo sconfitto poteva sposare sua
sorella minore. Quindi ogni due anni, un mese prima della partita,
durante una cena medievale vengono elette fra le più
belle ragazze di Marostica la Regina
Bianca e la Regina Nera. In settembre vengono
disputate 4 partire guardate da più di 20 mila spettatori.
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Marostica Piazza degli scacchi
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veduta dal Castello superiore
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Noi siamo lì nel mezzo della famosa piazza ed essendo ora di
cena decidiamo di entrare nel ristorante “L’Angelo
e il Diavolo” dove gustiamo un ottima pizza. Dopo
cena facciamo una breve passeggiata nel borgo illuminato.
Ci svegliamo presto, vogliamo assaporare l’atmosfera
dell’antica cittadina quando ancora le strade sono deserte. Una breve sosta in
una pasticceria è il migliore inizio per la giornata di Stefano. Alcuni
volontari armati di spazzoloni e detersivo iniziano a lavare la famosa piazza e
noi ci rechiamo alla Proloco
dove è situato l’ufficio informazioni. La gentilissima signora Carla oltre che fornirci il materiale
illustrativo ci dà notizie dettagliate su quello che
c’è da vedere indicandoci dove possiamo visitare le antiche botteghe artigiane: di ceramica, di
legno intagliato, di lame, ecc. e poi, ciliegina sulla torta, ci mostra la
sartoria dove sono conservati tutti i costumi e gli accessori, necessari ai 500 figuranti per la rievocazione
dell’antica partita. Con tutte queste informazioni partiamo alla scoperta di Marostica e ne
rimaniamo veramente affascinati. Verso l’ora di pranzo hanno finito di pulire
la piazza (operazione che viene fatta due volte
l’anno) ed hanno iniziato a dare la cera che ravviva i colori della grande
scacchiera. Entriamo nella fornitissima gastronomia “La Zangola” in Corso Mazzini dove
acquistiamo il famoso baccalà alla vicentina, polenta, pane fresco ed il
baccalà mantecato. Riprendiamo il camper e costeggiando le mura, parcheggiamo
al Castello superiore da dove si gode una splendida vista e dove
gustiamo il nostro appetitoso pranzo. A cinquanta metri dal parcheggio c’è
l’antica porta d’ingresso al Castello
superiore. Anche qui la magia del borgo è nell’aria, sotto a noi la
scacchiera è visibilissima nella bella piazza del Castello
inferiore. I ciliegi sono tutti in fiore, sembrano batuffoli di ovatta
sparsi ovunque e la vista tutto intorno è bellissima e
a perdita d’occhio.
Partiamo per Bassano del
Grappa dove visitiamo solo il Ponte Vecchio (oggi dedicato agli Alpini) sul fiume Brenta, in quanto la
cittadina è a saliscendi e quindi non molto agevole per noi. Merita sicuramente
una visita accurata, da quanto abbiamo appreso dalle guide turistiche, ma
l’impatto disagevole che abbiamo avuto ci fa propendere per ritornare a Marostica e così
facciamo.
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Bassano del Grappa –
veduta del Ponte Vecchio
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Per strada incrociamo un venditore ambulante di frutta e
verdura dal quale acquistiamo asparagi bianchi, tipici del posto, che cuciniamo per cena. Si è appreso che tale zona è speciale per
gli asparagi oltre che per le ciliege, il vino ed
altro ancora.
Ci svegliano alcune goccioline di pioggia e le campane che
suonano a festa. Nostra prossima destinazione è Thiene per visitare la Villa “Da Porto Colleoni”, di cui dicono essere
tra le più belle del Veneto. Quando giungiamo lì
l’orario affisso ci informa che la villa è visitabile le domenica e i festivi
con visita guidata alle 15, 16 e 17. Entriamo quindi nel Duomo dove è in corso la messa
di Pasqua e alla quale assistiamo. La chiesa è dedicata a San Gaetano e S.M.
Assunta ed è del XIV secolo. All’interno ci sono numerosi affreschi del 1600.
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Thiene – Villa Da Porto Colleoni
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Scuderia
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Pranziamo ed alle 15 siamo di
fronte alla Villa: è un edificio gotico del XV secolo, al piano terra c’è un
ampio portico a forma di T ripetuta nella vasta sala al piano superiore,
all’interno il Camerone del Camino e nelle sale adiacenti un’importante
collezione di ritratti. Da una rampa di scale in pietra si accede alla galleria
dominata da una grande pentafora gotica, unico
esempio al di fuori di Venezia. Grandi dipinti di cavalli e cavalieri dominano
il salone. La scuderia è sicuramente
unica e bellissima: colonne di marmo rosso sormontate
da putti bianchi, pavimento di diversi tipi di pietra e mattoni e le mangiatoie
in legno massello lasciano il visitatore a bocca aperta. In questa scuderia,
dei primi del 700, ospitavano i cavalli che venivano
addestrati al “dressage”.
Al termine della visita decidiamo di partire e raggiungere Montagnana.
Lungo la strada vediamo ciliegi in fiore ovunque, ed ecco che scorgiamo la
città: le mura del borgo hanno un colore
caldo nella luce del tramonto. Percorriamo la circonvallazione per raggiungere
il parcheggio vicino a “Porta Vicenza” e siamo
senza parole. Tra la strada e le mura c’è un ampio vallone interamente coperto
da un prato verdissimo. Proseguiamo lungo l’intero perimetro della
fortificazione (circa 2 Km)
a forma rettangolare e su ogni lato scorgiamo una
porta d’accesso collegata alla strada da un ponte. Non si vede niente
dell’interno e si ha l’impressione che non ci sia nessuno. Le mura e le torri sono intatte e ci sembra di
essere in un’altra epoca. Diamo un’occhiata al
parcheggio ed essendo ancora presto per la cena decidiamo di visitare il borgo.
Quindi con il camper andiamo fino alla “Porta Padova” e parcheggiamo a pochi
metri dal ponte d’accesso. Le mura imponenti di un caldo colore rosso ed il verde del vallone sono uno spettacolo meraviglioso.
Passiamo il ponte e la porta e quello che vediamo ci lascia sbigottiti: lì
dentro troviamo una città viva e pulsante, auto, negozi e tanta gente che
passeggia sotto i bassi loggiati che percorrono tutta la città.
Ma le sorprese non sono finite: percorsa la via Carrarese
sbuchiamo in una maestosa e luminosa piazza (Vittorio Emanuele) dove su un
lato, in posizione obliqua, si erge l’elegante Duomo in stile gotico-rinascimentale e
intorno splendidi palazzi, veri gioielli di architettura quattrocentesca. Ci
sediamo al tavolino di un bar affollatissimo per un aperitivo incantati da
tutto quel via vai di gente che dall’esterno delle mura era veramente
impensabile. Torniamo poi nella bella piazza centrale percorrendo degli
incantevoli porticati e decidiamo di cenare al Ristorante “La Loggia” dove
gustiamo una cena tipicamente veneta. Quando usciamo è
calata la notte, ma il borgo è tutto illuminato e magico.
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Montagnana – Porta Padova
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Piazza Vittorio Emanuele
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Ci svegliamo presto, ormai sappiamo che il momento migliore
per visitare un posto sono le prime ore della mattina, quando il traffico è
ridotto al minimo e le persone per strada sono poche. Rientriamo nel borgo
dalla “Porta Padova” e la piazza centrale quasi deserta è splendida. Visitiamo
il Duomo dove
possiamo ammirare una pregevole pala del “Veronese” del 1555, posta dietro
l’altare maggiore e rappresentante la “Trasfigurazione”.
Iniziamo a percorrere il borgo sotto i loggiati e ci imbattiamo nella
pasticceria “Cuccato” fermata
obbligatoria per assaporare la felicità di Stefano. Nelle vetrine sono in
mostra dei “Pandolce di Ezzelino” e la titolare,
gentilissima, ci racconta la storia di quel dolce. La leggenda narra che
durante l’incendio di Montagnana da parte di Ezzelino da Romano, questi rimase ferito. Una popolana per
fare rinvigorire presto il guerriero impastò con il “levà”
(lievito naturale) un grosso pane aggiungendo all’impasto una grande quantità
di miele con noci e nocciole. Con questo pane Ezzelino
si riprese velocemente. Il sig. G. Cuccato attuale titolare della
pasticceria ha studiato quella antica ricetta e così è
nato il “Pandolce di Ezzelino dolce di Montagnana”.
Naturalmente ne abbiamo acquistato uno per Stefano per tirarlo su di morale,
poiché ogni volta che il viaggio volge al termine lui
si intristisce e la prospettiva di mangiare quel dolce la sera a casa ha
rallegrato il suo viaggio di ritorno. Giriamo tutto il borgo, percorrendo le
stradine interne sotto i portici e facendo tutto il perimetro interno delle
mura. Arrivati alla Rocca degli Alberi (dal 1963 suggestiva sede di un Ostello con
30 posti letto), Luisa ed Egidia salgono in cima al Torrione dal quale si gode una bellissima vista. Nel giardino
sottostante è possibile vedere 4 catapulte ricostruite
fedelmente dal signor Vittorio Zanuso
il quale ci informa che sono occorsi 10 anni per ultimarle. Lo stesso si prende cura anche della Rocca e dell’Ostello.
Riprendiamo la strada di casa e fattasi intanto l’ora
di pranzo ci fermiamo nel piccolo paesino di Castagnaro (VR)
dove gustiamo al ristorante “La Gufa” un
piatto veramente tipico del posto: “Somarino con la polenta”. Nel primo
pomeriggio proseguiamo il nostro viaggio di ritorno che si conclude
senza alcun particolare problema.
Anche questo viaggio ci ha reso felici e più ricchi
d’emozioni e conoscenza; da Marostica abbiamo
imparato che con l’intelligenza è possibile risolvere i problemi senza
ricorrere alla violenza e la storia della scacchiera dovrebbe insegnarlo al
mondo e a tutti gli uomini di buona volontà.
Nel nostro cuore le immagini vivide
della bellissima Marostica, del Ponte degli Alpini, la splendida Villa di
Thiene, la magica città murata di Montagnana, i ciliegi in
fiore, ma anche la cordialità, la riservatezza, l’eleganza e la bellezza della
gente veneta.
Per giungere a Marostica, insignita della Bandiera
Arancione del Touring Club Italiano, abbiamo preso l'A1 a Calenzano fino a
Bologna e da qui l’A13 con uscita a Padova Sud; poi l’A31 Valdastico
direzione Vicenza uscendo a Dueville seguendo le
indicazioni per Sandrigo, Breganze,
Marostica. In questa cittadina abbiamo sostato nell’area
attrezzata in Via della Rimembranza, nel parcheggio subito fuori le
mura.
Sotto i portici in Corso Mazzini la “Pasticceria Cuccato”
merita certamente una sosta. Il signor Leandro della “Ceramica alla Vecia Botega” (lavorazione a
mano) produce ancora l’antico Cucco e la Brocca Buffona;
se volete sapere come si beve da questa brocca dovete
chiederlo a lui come abbiamo fatto noi.
La
Gastronomia “La Zangola” specialità alimentari è ubicata
sotto i portici, in Corso Mazzini 102; il personale è veramente cordiale e
professionalmente preparato.
http://www.comune.marostica.vi.it/ ; http://www.marosticascacchi.it/
A Bassano del Grappa
abbiamo sostato nell’ampio parcheggio di Prato Santa Caterina a
fianco del parco Ragazzi del 99. Abbiamo affrontato alcune salite un po’
faticose per spingere la sedia a rotelle. Si consiglia di percorrere la strada
che costeggia il Brenta per andare al Ponte degli Alpini.
A Thiene
abbiamo sostato nel parcheggio di Via Gorizia difronte
ad un supermercato; da qui si accede direttamente in Corso
Garibaldi proprio innanzi l’ingresso della Villa “Da Porto Colleoni”.
Montagnana non rientrava inizialmente nei
nostri programmi, ma avendo “risparmiato” notevole tempo per la visita a
Bassano del Grappa, abbiamo deciso di visitare questo splendido borgo, di cui
avevamo già letto qualcosa, nonostante fosse “fuori itinerario” e la scelta si
è rivelata veramente azzeccata. Anche questo borgo ha ricevuto la Bandiera Arancione
del Touring Club Italiano; Area attrezzata nella zona ex fornaci
sulla circonvallazione vicina a “Porta Vicenza”.
http://www.comune.montagnana.pd.it/area_civica/index.asp
Per arrivare al piccolo paesino di Castagnaro (VR) da Montagnana,
abbiamo percorso dapprima la Statale 10 in direzione
Legnago e poi la superstrada 434 uscendo
a Castagnaro; la Pizzeria Trattoria
“La GUFA” si trova in Via Stazione, 63 – tel. 0442.67.54.88