di
Luisa e Pietro Sergi
I luoghi che abbiamo visitato e di cui parleremo, seppure
brevemente, ci hanno regalato stupende emozioni e la
gente del posto c'è apparsa cordiale, laboriosa ed ospitale.
Partiamo da Prato, dove viviamo, intorno alle ore 8 verso Calenzano per prendere l’A1 direzione Bologna. Il tempo è un po’
nebbioso, ma non appena entriamo in autostrada viene
fuori il sole: le previsioni ci hanno promesso quattro giorni di sole,
finalmente! Il traffico è molto intenso ma, scorrevole e senza intoppi. Una
piccola sosta per la “seconda” colazione, che è ormai un rito per Stefano, per
poi proseguire ed uscire a Parma Ovest.
Giungiamo a Fontanellato,
d'origini longobarde, e parcheggiamo nell’area di sosta circondata dal colore
verde della primavera; sistemiamo il camper e andiamo alla scoperta di questo antico borgo medievale veramente pieno di fascino.

|

|
Fontanellato - Area di sosta
|
Camera ottica
|
All’interno della Rocca
San Vitale, circondata da un ampio fossato colmo d’acqua e da quattro torri
angolari (tre cilindriche e una quadrata) visitiamo una mostra di “Ori Sardi” e “Marchigiani” e alle 11:45 Egidia e Luisa fanno una visita
guidata alla Rocca, dove è possibile vedere diverse sale con mobili e arredi
autentici dell’epoca, 1750-1800. Sempre all’interno della Rocca si trova la
Camera Ottica, una
specie di “Grande Fratello”. Da lì si poteva “spiare” senza essere visti
dall’esterno, la vita della città tramite un insieme di lenti che riflettono
all’interno della stanza, su due piani concavi, le immagini delle due strade
che partono dalla Rocca. Inoltre, veramente un capolavoro, visitano il “Camerino” di Diana e Atteone,
un affresco giovanile del Parmigianino. In questa stanza segreta, senza finestre e a cui si accedeva all’epoca da una piccola porta, il
Parmigianino, all’età di soli 20 anni e al lume di candela, ha affrescato il
soffitto con il mito di Diana e Atteone. In alcune
rare occasioni la stanza è mostrata con la luce delle candele e la guida assicura
che la vista dell’affresco è spettacolare: le figure sembrano vive e fluttuanti
nell’aria. Un’opera che ha fortemente emozionato Luisa che ne aveva già sentito
parlare.
Finita la visita alla Rocca
torniamo al camper e pranziamo con dell’ottimo culatello

|
Fontanellato – La Rocca
|
Nel pomeriggio visitiamo il vicino Santuario della Vergine del Rosario e poi
ci fermiamo di fronte alla Rocca per gustarci un gelato artigianale veramente
squisito. Poi andiamo alla Chiesa di
Santa Croce dove
c’è la bellissima Sacrestia
rivestita internamente d'armadi di noce
massello maestosamente intagliato.
Ci spostiamo per giungere poco dopo a Soragna, di chiare origini medievali, e andiamo per visitare
la Rocca Meli Lupi, ma non è
accessibile a chi è costretto su una sedia a rotelle, così
decidiamo di visitare il Museo del
parmigiano che raggiungiamo con una brevissima passeggiata a piedi.
Il signor Mauro
Parizzi, di straordinaria cordialità e simpatia, ci guida prima nel Museo della Civiltà Contadina, dove lui ha fatto personalmente una vastissima raccolta d'antichi attrezzi dall’aratro
alla cucina, e poi nell’adiacente Museo
del Parmigiano-Reggiano – uno dei tre Musei del Cibo di
Parma – situato in un antico caseificio.
Egli ci illustra i vari passaggi della lavorazione e le relative attrezzature,
per condurci poi nella sala degustazione dove ci attendono bocconcini di
buonissimo Parmigiano-Reggiano, assicurandoci che entro breve tempo avranno i
permessi per la vendita diretta al pubblico.

|

|
Soragna – Rocca Meli
Lupi
|
Roncole Verdi – casa natale di G. Verdi
|
Ripartiamo con il camper per fermarci dopo pochi chilometri
a Roncole Verdi, dove nella
piazza antistante la Chiesa di San Michele, c’è la casa natale di Giuseppe Verdi ed in pratica è da qui che iniziano i luoghi verdiani.
Ancora pochi chilometri e ci fermiamo nel delizioso paesino
di Busseto per il pranzo e
per vedere la partenza della F1 di Imola, ma rimaniamo “incollati” davanti al
televisore fino al termine del gran premio per poi esultare della vittoria
della Ferrari e di Schumacher.
A questo punto breve visita nel centro storico di Busseto,
pittoresca cittadina d'origine carolingia, dove si può ammirare nella piazza
centrale, dedicata ovviamente al grande musicista, la Rocca, la Torre
dell’Orologio al cui interno si trova il Teatro Verdi, la Collegiata
di San Bartolomeo ed
altro ancora nelle vicinanze e nella Via
Roma.
Poi con il camper andiamo a Sant’Agata per visitare Villa Verdi, la casa che il celebre
musicista abitò per lungo tempo, ma sul posto ci rendiamo conto che non è
agevole girare con la carrozzina nel parco, perchè i vialetti sono di ghiaia e
sabbia.

|

|
Busseto – Piazza Verdi
|
Abbazia di Chiaravalle
della Colomba
|
Facciamo a meno di questa visita e raggiungiamo l’Abbazia di Chiaravalle della Colomba.
E’ maestosa e bellissima: visitiamo la Chiesa
e il Chiostro, veramente stupendi, e poi l’antico Refettorio nel quale ora è esposto un grande presepe animato. All’interno del Chiostro i frati vendono prodotti
del loro convento tra cui liquori, tisane, caramelle. Facciamo alcuni acquisti
e ritorniamo al camper che è già l’ora del Tg5: un appuntamento consueto a cui Stefano tiene molto.
Partiamo per Castell’Arquato
per giungervi dopo circa mezz’ora. Il centro storico è arroccato su una
collina e quindi ci consigliano di andare direttamente al parcheggio P4 vicino al cimitero per poi scendere a piedi nel borgo
medievale. Facciamo così e ci avviamo per una stradina fatta di sassi come lo
sono tutte le altre e le case stesse; spingere una carrozzina su queste strade
è veramente disagevole, ma non impossibile.
Con calma (molta) arriviamo in Piazza del Municipio e sinceramente rimaniamo a bocca aperta di
fronte a tanta bellezza e Pietro si sente “ripagato” degli sforzi fatti per
arrivarci. Qui domina Palazzo Pretorio,
la Collegiata di Santa Maria,
d'epoca romanica dotata di un campanile trecentesco e non lontano la Rocca, che Pietro visita accuratamente
scattando alcune foto dall’alto della Torre.

|
Castell’Arquato – veduta dalla
Torre
|
Fattasi quasi l’ora di pranzo
entriamo in un bar della piazza per un aperitivo e Stefano è beato di questa
iniziativa. E’ solito dire “un bar al giorno leva il
medico di torno”; quindi c’è sempre un bar nella giornata tipica di Stefano,
anche se in queste pagine a volte ci dimentichiamo di dirlo. Poi pranziamo con
un panino, imbottito di mortadella con il pistacchio e fettine di
formaggio, seduti nella quiete di un piccolo e ombroso parco, sotto la Torre,
affacciato sulle colline. Lì, oltre alla fontana, c’è un monumento con il busto
del poeta Luigi Illica e sotto,
incisa nella pietra, una poesia: “Vicino
a te s’acqueta l’irrequieta anima mia, d’ogni desio e
bisogno e d’ogni sogno e d’ogni poesia!... Entro il tuo sguardo l’iridescenza
scerno de li spazi infiniti io sono già eterno.”
Nel pomeriggio torniamo lentamente al camper rifacendo la
stessa strada, però in salita. Per la verità ci avevano consigliato di portare
prima Stefano al P3 e poi andare a prendere il mezzo, ma decidiamo di fare lo
stesso percorso.
Ripartiamo e arriviamo a Vigoleno, antico borgo medievale perfettamente intatto, con
imponenti mura merlate e l’alta Torre del Castello del XII secolo, poi
ricostruito dalla famiglia Scotti,
tra i torrenti Stirone e Arda, sulle colline
Piacentine e che ci appare come
un piccolo gioiello arroccato su una collina. Anche qui le stradine sono a sassi e poiché
abbiamo parcheggiato proprio vicino all’entrata del
paese decidiamo di visitarlo a turno.
In un caratteristico negozietto, compriamo una bottiglia di Bonarda piacentina, con l’intenzione di
berla stasera a cena con un bel piatto di ravioli
piacentini ai funghi, che abbiamo ordinato al ristorante fuori le mura e
che si è rivelata un’ottima scelta.
Per gli intenditori segnaliamo che ogni anno a Vigoleno fanno una produzione limitata (soltanto 2500 bottiglie) di uno speciale Vin santo
doc invecchiato 5 anni.

|

|
Vigoleno – scorcio della
piazza
|
ingresso alla Rocca
|
La visita del borgo di notte, con le
stradine deserte e illuminato interamente da una luce soffusa, sembra
una favola magica, si ode solo il rumore dell’acqua della fontana che narra
antiche storie.
Dopo aver fatto nuovamente una breve visita nel borgo di Vigoleno (è difficile staccarsi da
questo posto) decidiamo di prendere la strada di casa per evitare il grosso del
rientro: infatti, il traffico è consistente, ma veloce
fino a destinazione.